molti mi chiedono cosa intendo per sicurezza durante la pesca. Per me pescare in sicurezza equivale alla capacita’ di muoverci nell’ambiente marino come se fosse la nostra casa.
Quindi quello che dobbiamo fare per prima cosa e’ rendere il mare parte della nostra quotidianita’.
la pesca subacquea e ‘a tutti gli effetti lo sport all’ apice della famigIia che si chiama Apnea, che comprende vari rami tra cui i piu’ rappresentativi l’ apnea pura , la fotografia subacquea e appunto la pesca sub .
Nell’ apnea bisogna tener conto di alcuni parametri come la distanza o profondita’ che vogliamo raggiungere il tempo che abbiamo a disposizione e le condizioni meteo marine che troviamo e la conoscenza dei nostri limiti .
Reputo la pesca all’apice di tutti i rami perche’ oltre alla distanza e profordita’ che vogliamo percorrere e delle condizioni meteo marine e alla profonda conoscenza dei nostri limiti, dobbiamo svolgere un attivita’ che ha a che fare con delle creature viventi come i pesci che non stanno li a farsi raccogliere ma devono essere avvicinati con cura o cercati o fatti avvicinare tramite aspetti , per poi sparare e recuperli…
Tutto cio’ porta via gran parte dell’delle energie e dell’ ossigeno a nostra disposizione.
Quindi per me e’ superfluo dire che un pescatore prima di tutto deve allenare la sua apnea in modo da poter essere in condizione di lavorare senza dover sforzare il suo fisico alla profondita’ in cui pensa di pescare mantendo sempre un grosso margine extra .
Io sono stato un autodidatta in un certo senso perche’ quando ero ragazzino non c’erano cosi tante scuole per l’ apnea e la pesca e mi sono trovato a far fronte ad alcune problematiche trovando delle soluzioni sulla mia pelle.
Per fortuna oggi un giovane che si avvicina al nostro mondo ha la possibilita’ di ricevere un insegnamento a vari livelli e potra’ evitare molti dei pericoli rispetto a chi non ha avuto una istruzione in questo campo.
Quindi consiglio vivamente di partecipare ad un corso di apnea e pesca in apnea.
Quindi come detto in precedenza il mare deve diventare un ambiente familiare, per fare cio’ dobbiamo dedicargli gran parte del nostro tempo , ricordate che nessun risultato viene stando a guardare da fuori o guardando video in youtube. Bisogna guadagnare aquaticita’ , conoscenza di se stessi, per esempio dobbiamo renderci conto che alcuni giorni siamo piu’ in forma di altri , e all’inizio di una pescata siamo freschi e possiamo fare alcune cose ma dopo diverse ore di acqua il nostro fisico ne risente e dobbiamo saper trovare il giusto equilibrio e non strafare.
Una cosa che ci tengo a dire e’ che in questa attivita’ siamo sott’acqua e se qualcosa va storta abbiamo un tempo limitato per risolverla .
Quindi fondamentale e’ rimanere lucidi e con sangue freddo pensare e risolvere il problema.
Quello che di solito si deve fare preparando un tuffo e’ trovare il massimo rilassamento e cercare di visualizzare i movimenti che faremo nel tuffo, tuttavia siamo in un ambiente affascinante proprio perche’ e’ imprevedibile, e magari preparo il tuffo pensando di andare a sparare ad un pesce che si e’ intanato in una pietra che ho visto nella precedente immersione , ci prepariamo in supefice facendoci un piano ben preciso e poi in discesa ci passa un ricciolone e dobbiamo essere freddi e calcolare se possiamo spararlo con l’attezzatura che abbiamo , se il mulinello e’ aperto e contiene abbastanza filo etc etc.. e dobbiamo prendere una decisione in pochi attimi.
Quindi dobbiamo essere aperti a tutto , avrei diverse storie da raccontare sui pericoli in cui mi sono trovato e senza la freddezza avrei rischiato la vita.
avevo circa 18 anni quando in una scogliera in 3 metri di acqua cercavo cefali e corvinette tra i massi che creavano grotte e anfratti , mi spinsi in un profonfita’ nel buio della tana sparai una corvina e nel cercare l’uscita vidi 2 o 3 fenditure di luce in cui sarei potuto passare ma erano strette e mi sarei sicuro incastrato con i piombi etc, mi prese paura perche’ non riuscivo a trovare l’uscita mi agitai ma poi recuperai le redini della situazione e con la calma riconobbi la fenditura da cui ,mi ero infilato e riusci ad uscire dal quella trappola..da allora non amo molto la pesca in scogliera…( lo dico scherzando )
qualche anno dopo sempre in adriatico in estate , avevo appena comprato un nuovo fucile , andai su un noto relitto per cercare riccioloni , feci il tuffo in caduta gia vedevo la ricciola nel pagliolo del gommone , ferma in corrente gli planai sopra , ma all’ultimo scarto’ e il tiro non fu fatale, un pesce di circa 40kg parti’ come una locomotiva mi si inceppo’ la sagola del mulinello quando ero ancora in risalita sui 10m di fondo il mio compagno non era li vicino e mi trovai in una situazione critica, ma rimasi lucido vidi che non c’era storia di tirarmela su in quel modo ero alla fine dell’apnea estrassi il coltello e tagliai la sagola , nessun pesce vale la vita.
Una altra brutta occasione la ebbi in un allenamento di apnea senza assistenza di fondo in egitto in preparazione dei mondiali aida,
scendevo collegato al cavo con un lyner come quello che usano i surfisti per rimanere collegati alla tavola, era la prima volta che lo usavo e non avevo controllato come toglierlo, quel periodo mi tuffavo senza maschera , fatto sta che arrivato al piattello a 68 m mi girai per risalire ed ero bloccato da questo cavo che avrebbe dovuto in teoria salvarmi la vita in caso di incidente… non avendo la maschera tentai di liberami ma senza fortuna perche non vedevo dove mi ero incagliato , in pochi secondi rischiai di rimanere la sotto, ma con la calma decisi a tastoni di raggiungere il moschettone e vedere che cosa succede rimasi freddo avevo veramente poco tempo a disposizione , e riusci ad aprire il moschettone bloccato sul piattello. Risalii al limite e il mio compagno in superficie mi aiuto’ a rimanere coscente.
Negli ultimi anni sono maturato e ho capito che bisogna controllare sempre le attrezzature con cui abbiamo a che fare pensare tutti i problemi che possono derivare e cercare di trovare le soluzioni gia prima di trovarsi nel problema.
In poche parole bisogna predevere cio ‘ che puo accadere e evirtare che accada.
Molto spesso sento da miei amici anche dopo anni di mare dire , sono stato un ora e mezzo a lavorare una cernia e alla fine l’ho lasciata li perche ero morto di stanchezza, oppure l ho estratta con 10 fucilate dopo 3 ore etc..
In molti casi oggi evito di sparare se penso che non posso estrarre il pesce nello stesso tuffo o se credo che mi possa creare dei problemi e ritardi nell’estrazione , sottoponendomi a uno stress fisico e mentale.
Una mi e’ capitata proprio pochi giorni prima di questa intervista, scendo su un latrone isolato a 46 metri, lascio il piombo mobile , continuo la caduta , ci sono corvoni fuori della tana, ma desisto e decido di guardare dentro , una bella cernia sugli 8kg di traverso, vedo il muso ma il pesce’ e messo con la testa verso la parte piu’ bassa della lastra e potrebbe se non fulminato benche’ il pavimento sia di sabbia , procurarmi sicuro altri 3 o 4 tuffi per l’eventuale lavoro. Lo ammiro , faccio retrofront e sparo una bella corvina risalendo soddisfatto e in sicurezza.
Anni fa lo avrei sparato e lavorato , ma ora ho capito che il rischio non vale la candela.
In conclusione LA SICUREZZA e’ la capacita di prendere la giusta decisione al momento giusto.