UNA FOTO 2 STORIE
Una Fredda mattinata di Dicembre , sud peloponneso , L’acqua e’ 18 gradi ma fuori il freddo si fa sentire saranno 8 o 10 .In compagnia del mio amico DM Clauss usciamo di buon ora per pescare e fare alcuni video. Ho un fucile da provare , un 75 senza mulinello che voglio testare, prima di portarmelo al Master di Palma di inizio gennaio. Clauss mi suggerisce un posto sui 13-14 metri , sono delle lastre tra alga e sabbia in cui ogni tanto ci sono saraghi , ma dove ha preso di tutto. Scendo in acqua non con troppa fiducia ma la visibilità e’ almeno 15 metri e comincio a sommozzare con ritmo tra le lastre.Non tardo troppo infatti al terzo tuffo faccio gia il primo tiro in cui colpisco bene un saragone e sono soddisfatto del fucile che’ e molto maneggevole.
Continuo con un altra capovolta, gia’ in discesa scorgo altri 2 saraghi piu’ piccoli fare carosello e decido di appostarmi qualche metro pirma nascondendomi dietro una pietra per capire se ci siano esemplari di taglia piu’interessante , dopo alcuni secondi in cui sto contemplando la scena ad un certo punto a limite visbilita’ noto alcune ombre di dentici , mi emoziono e penso alla frase detta dal mio compagno prima , attendo qualche istante e poi faccio un richiamo gutturale ….si avvicinano , penso che con il fucilie che ho in mano (ancora il 75 senza mulinello) sara’ dura che arrivino a tiro, ma comunque voglio crederci e tentare il tutto per tutto.Mi nascondo dietro la pietra indietreggiando senza pero’ perdere il contatto visivo con i predoni, mi accorgo che la mossa e’ vincente e sono riuscito a innescare un meccanismo di caccia o curiosita’ infatti il capobranco un pesce abbondantemente sopra i 5kg mi punta con velocita’ ,a un certo punto pero’ scarta e devia , mi rendo conto che questa’ sara’ l’unica occasione e mi tiro con la mano libera dandomi uno slancio verso di lui e allungando la il braccio teso con il fucile al massimo , e’ un movimento secco molto veloce di quelli o la va o la spacca.Scocco il tiro e colpisco il predone disorientato a meta’ corpo, la fuga e’ impressionante e non avendo il mulinello lascio il fucile per non rischiare di strapparlo , pensando che comunque riusciro’ a seguirlo. Infatti dopo una decina di metri a correre dietro a dentice e fucile si infila in una lastra , mi faccio passare rapidamente un 60 e scendo per assicurare la cattura .E’ andata bene penso tra me e me avrei potuto anche perdere il fucile…ma ho questo splendido esemplare tra le mani…il rischio ne e’ valsa la pena.
Dopo questa strabiliante e un po’ roccambolesca cattura decido di fare un tuffo su un segnale profondo una secca che da oltre 70 metri risale rapidamente e fa cappello a 40-42 metri.Scendo con l’ausilio della zavorra mobile , indosso una giacca da 8mm e sottomuta , reputo questa tecnica indispensabile per la sicurezza in inverno per avere piu autonomia sul fondo agevolandomi la risalita senza pesi .Il mio compagno mi porta sul segnale GPS della caduta ma forse per un po’ di corrente o il segnale non preciso , cado al centro del pianoro, quindi mi rendo conto che dovro’ fare un bel tratto all’ agguato per arrivare sulla caduta , allungando il tempo di apnea. Comunque vedo mangianza che mi fa ben sperare , mi muovo lentamente arrivato qualche metro prima del drop off , mi fermo e faccio un aspetto , tempo alcuni secondi e un dotto si fa vivo dall’abisso. Ma non accenna ad avvicinarsi , sono momenti delicati , l’apnea e’ agli sgoccioli e bisogna prendere le giuste decisioni, decido di avanzare frontalmente fino a scoccare il tiro. Ci sono , premo il grilletto e il pesce viene colpito sulla spina , risalgo con facilita’ e il recupero non ha storia.
Due stupendi pesci , due momenti magici di questo inizio di inverno…